La storia di “Avanti e Indrè” – Borghetti Bugaron Band
La band racconta com’è nata la canzone del Carnevale di Fano
La scorsa settimana, mentre andavamo a suonare al ForumCaffè di Fossombrone (bella serata tra l’altro, e gentilissimi i gestori del locale), io e Cecca -il bassista dei Bugaron- ci siamo ritrovati a parlare della nostra partecipazione al Carnevale di Fano 2017: a grande richiesta anche quest’anno la Borghetti Bugaron Band sul carro assieme agli amici della Musica Arabita..
Da bravi compagni di banco e di avventure musicali da più di trent’anni, io e Cecca ci siamo fatti inevitabilmente qualche domanda: “Ma da quanti anni lo facciamo? Ti ricordi quella volta che..? Che anno era l’edizione del Carnevale con le vallette…?” e così, facendo due conti, ci siamo resi conto che il nostro brano “Avanti e Indrè”, di anni ne ha compiuti ben tredici!
Tredici anni di “Avanti e Indrè”, un brano che ancora oggi fa degnamente il suo mestiere, cioè far cantare e ballare allegramente le persone che partecipano al Carnevale di Fano, cosa che ci riempie ogni volta di immenso piacere.
..Chissà se ci pensavo, in quel caldissimo pomeriggio del lontano luglio 2003 (l’estate più torrida che io ricordi!) mentre, seduto su una panchina del Lido con la chitarra tra le mani, mi accingevo a scrivere questa canzone.
“Avanti e Indrè” è un brano che somiglia molto alla Borghetti Bugaron Band stessa.
Sembra un divertimento, una canzone spensierata, invece è l’esatto contrario: è un brano che parla delle difficoltà e delle fatiche quotidiane della “povera” gente (come noi!), delle persone che spesso subiscono, a volte senza neanche rendersene conto. Parla del Carnevale che era nato come momento del popolo per poter sbeffeggiare liberamente il Potere, metterlo alla berlina e riscattarsi momentaneamente da tutto, la festa che il popolo dà a sé stesso.
E se si potesse usare il Carnevale come ribellione definitiva e determinante? Sarebbe bello, sicuramente difficile ma.. chissà? (chisà che da machì en pert la riscosa del mond!).
Mi venne in mente subito la frase “Avanti Pacassoni coi carri “ perché è una frase tipica del dialetto fanese (almeno per quelli della mia generazione). Si racconta che il celebre carrista Pacassoni per far vedere meglio il suo carro lo facesse rallentare, in modo che risultasse più isolato e quindi più visibile, con quelli della carnevalesca che invece lo invitavano ad accelerare. (Appunto: “..avanti Pacassoni coi carri..”). Non so se sia vero, ma questa frase è poi diventata un modo di dire fanese che sta generalmente per “diamoci una mossa”, “sbrighiamoci”.
A quei tempi (2003), avevo donato una copia del nostro album “El post de d’la” all’allora Presidente dell’Ente manifestazioni Alberto Berardi (era il Carnevale di Dario Fo), firmandomi “Nicola Gaggi, el fiol de Nano, nepot d’Armeto el calafà” – Nicola Gaggi, il Figlio di “Nano”, nipote di Ermete il carpentiere navale) e la risposta fu una telefonata del Prof. che, oltre a dirmi che il disco gli era piaciuto molto, incaricava seduta stante la Borghetti Bugaron Band di scrivere la canzone del Carnevale 2004! Fu proprio Berardi a darle il titolo ufficiale. Noi eravamo indecisi, avevamo due o tre idee, ma lui al primo ascolto in studio disse subito: “Chiamatela Avanti e indrè!”
Accidenti se ci ha preso! ..e quanto divertimento, quante soddisfazioni e quante emozioni che ci ha dato questa canzone in questi ultimi anni? Difficile raccontarlo, bisogna viverlo. Soltanto così si può forse descrivere e comprendere il Carnevale di Fano vissuto dal carro della Musica Arabita cantando “Avanti e Indrè”: bisogna essere lì, saltare, cantare, suonare per tre ore di fila con tutta quella gente sotto che ti saluta, ti ascolta e canta con noi allegramente il brano conoscendo ormai le parole a memoria.
Domenica 20 Febbraio si ricomincia: aperitivo da Berto, poi a pranzo insieme (come al solito, per la “preparazione atletica” pre-Carnevale) e via, di nuovo sul carro della Musica Arabita!
Finchè i la fen …en smuntan sigur!
Buon Carnevale a tutti! “e allora avanti Pacassoni coi carri e tah tah”
-Nicola Gaggi-
[Video + Testo ] “Avanti e Indrè” – Borghetti Bugaron Band
Il testo nel tipico dialetto di Fano e in italiano della canzone del Carnevale
(N. Gaggi – Lido di Fano 2003)
Tuti machì in ste caruson, in sta glupa tonda che a la fin è el mond
a fatighè, a smagunè, sensa sapé che sin na fila d’ bua ch’ha da caminè per armediè
l’afit, el gas, el celulèr, utumobil, giubutin, èria cundisiunèta, dvd, le schèrp per chi fiulin
Ste gir de quadrin, che gonfièn un sistema che ce tirarà giù per ‘na scarpèta
Ij me ferm in ste viel, camin cost le mura e pu… boc dentra al Carnevèl
Rit.
E alora avanti Pacasoni coi carri e ta ta ta
e vedrei té quant è bela la libertà, a gì avanti e indrè su per sta sfilèta
sensa pensier de dietra che rompen j stivèi
E alora avanti Pacasoni coi carri e ta ta ta
e vedrei té quant è bela la libertà
che nò og dupran tuta sta alegria che dà un con d’energia
per cumbata e campè
Cost a sti mur ch’han fat i ruman,
arvien in ment le guer ch’han fat in sti mièra d’an,
che bagn de sangu,
che pu c’è anca ades e la pora gent tel mes a cumbata…
tra delinquent e inucent, tra car armèt e trator, tra carusin e carusel
…e caruson da mort
Me vien un magon ch’adè vag vers el Pincio e pu
…boc dentra al carnevèl
Rit.
E maquasù dal Pincio veg el viel, la gent, el get, i car, le mascherèt e la “Musica Arabica” che è malagiù in fond, chisà che da machì én pèrt la riscosa del mond
Rit.
Avanti e indrè – (Italiano)
Tutti qui, nel carrozzone, nel fagotto tondo che alla fine è il mondo
a dannarsi a faticare senza sapere che siamo solo bestie che devon camminare
per rimediare affitto, gas e cellulare, macchina e giubbottino, aria condizionata, dvd, le scarpe del bambino
Questo giro di quattrini che gonfia un sistema che ci tirerà giù per una scarpata
Io prendo questo viale, vado per le mura e poi entro nel Carnevale
Rit. E allora avanti Pacassoni coi carri e tatatà
e vedrai te quant’è bella la libertà
Andare avanti e indietro per questa sfilata
senza pensieri dietro che rompono gli stivali
Lungo le mura che hanno fatto i romani,
tornano in mente guerre che han fatto in migliaia di anni,
che bagno di sangue, che poi c’è anche adesso e la povera gente in mezzo a combattere
tra delinquenti e innocenti, tra carri armati e trattori, tra carrozzine, carrozzelle
…e carrozzoni da morto
Mi viene un magone che adesso vado al Pincio e poi… entro nel Carnevale
Rit.
E quassù dal Pincio vedo il viale, la gente, il getto,
i carri, le mascherate, la “Musica Arabita” che è laggiù in fondo,
chissà che da qui non parta la riscossa del mondo
Rit.
(Foto © V.Mattioli)